“Il miracolo di Giovanni Paolo II”

Con la nostra rubrica #LeStorieDeiBambini oggi incontriamo Jean Paul.
Una storia di speranza e benevolenza che ci aiuta a ricordare l’impatto che il lavoro dell’ambasciatore #LucaAttanasio ha avuto sulla vita di tanti bambini.
Ringraziamo la Fondazione Amore e Libertà Onlus​ per aver condiviso con noi questa storia.
Mi chiamo Jean Paul II, mi hanno definito “Il miracolo di Giovanni Paolo II” perché quando mi hanno trovato al mercato di Bitabe, avevo metà del volto bruciato e pesavo solo 3 chili. Ero un tronchetto d’albero rinsecchito. Le suore mi hanno battezzato con il nome del Papa, pensando che non ce la facessi a superare quella notte. Il giorno seguente, un indiano facoltoso, non sopportando di posare il suo sguardo sul mio corpicino all’apparenza esanime, ha pagato tutte le spese per curarmi nel migliore ospedale di Kinshasa: 30 giorni in rianimazione, con tubi e tubicini, lottando per la vita. Alla fine ce l’ho fatta, ho vinto sulla morte e sono uscito dall’ospedale. Il mio cognome da allora è Winner. A 3 anni ho cominciato a imparare tutto: mangiare, camminare, parlare. Un mese dopo pesavo 6 kg, avevo abbastanza equilibrio e pronunciavo quasi tutte le parole, seppur male. Cantavo, cantavo sempre ma un anno dopo avevo ancora “crisi di assenza”, forse a causa del trauma per le bruciature. Iniziai una cura con la depachina che sembra funzionare, i risultati degli esami dell’attività elettrica del cervello migliorano, in due anni il neurologo mi dichiarò guarito. Ora vado a scuola, mangio poco, sono un po’ più piccolo degli altri bambini miei coetanei ma di un’intelligenza diversa, molto ripetitivo, quasi ritualistico, vestiti, gesti, orari, colori sempre gli stessi con pianti inspiegabili per ogni tentativo di variazione. Poi una svolta. Quando gli uomini si mettono insieme per fare il bene, questa sinergia di buone volontà, ha una forza e efficacia irresistibili. Così quando una pediatra italiana vide la mia foto, si impegnò a presentare il caso alla regione veneta, che rispose favorevolmente autorizzando e sostenendo, insieme alla Croce rossa italiana del Veneto, gli interventi di correzione dell’occhio, per evitare la perdita della vista, e di chirurgia plastica per la pelle bruciata. Ero un bambino felice quando arrivò il visto dell’ambasciata d’Italia il 17 febbraio, uno degli ultimi visti autorizzati dall’ambasciatore Luca Attanasio prima della sua morte. Un segno bellissimo della sua comprensione e umana compassione!

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    Posted 20 Novembre 2022 3:26 AM 0Likes

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